Caro oleodotto

di Lisa Di Giulio, SCU Ecuador 2022

Caro Oleodotto,
Ho deciso di scriverti una lettera perché nelle ultime settimane ci sei stato sempre, uno stacco di colore in mezzo a tutte le sfumature di verde possibili e immaginabili dell’Amazzonia. Su, giù, a destra, a sinistra… anche quando penso che non ci sei, spunti sempre lì in un angolino. A volte scrivono su di te, a volte provano a nasconderti. Spesso la gente è così abituata alla tua presenza che non ti nota più; mi dispiace!
C’è chi ti venera ed è in balia del tuo potere, perché porti energia, “progresso”, sostieni l’economia del paese. C’è chi ti odia perché hai distrutto la sua comunità, inquinato il fiume da cui si nutre, diviso i suoi compagni e avvelenato i suoi figli.
In questo mese ho cominciato a vedere i disastrosi effetti della tua presenza. Te lo dico chiaramente, a me non piaci neanche un po’. Ma soprattutto io ti temo. Sono intimorita da te perché comincio a intravedere la complessità di cui sei parte.
Mi hai fatto capire che le cose non
sono bianche o nere, giuste o sbagliate, buone o cattive. Tutto è più complicato di ciò che sembra, e così sei anche tu!

Non deve essere facile la tua esistenza; è per questo che spesso esplodi, emergi violentemente dal suolo con i tuoi mecheros? A volte nel silenzio più totale della notte ti rompi, lasci fuggire il petrolio che si riversa ad una velocità incredibile nella natura circostante.
Caro oleodotto, ti ho pensato recentemente quando ho visto per la prima volta un derrame vicino a Lago Agrio. Mi sono sentita piccola e insignificante per non poter risolvere un disastro del genere, la selva macchiata di nero. E quello era solo un piccolo esempio!
Caro oleodotto, ti ho pensato recentemente quando al congresso di ecologia política a Quito attivisti e leader indigeni hanno riportato storie di distruzione e di morte causate da te, ma anche storie di lotta e di resistenza che mi hanno fatto credere che un futuro diverso può esistere.
Caro oleodotto, ti ho pensato recentemente quando un membro della comunità Secoya ci ha raccontato della riunione in cui sono stati offerti loro posti di lavoro nella compagnia petrolifera in cambio dell’accesso al loro territorio. Ti ho pensato quando Donald Moncayo ci ha parlato dei casi di tumore nella comunità Cofan e ti penso quando sulla strada incrociamo camion con enormi taniche di petrolio.
Caro oleodotto, spero di non rivederti presto. Esci dalla mia testa, vorrei non pensarti più.
Ma continuerò a pensarti perchè in fondo in fondo sono petrolio anche io.

Lisa Di Giulio, operatrice volontaria presso la sede di Gondwana FEPP Lago Agrio 2022