Il primo giorno di scuola

Norman Gasperini, SCU Ecuador 2022

A parte la prima settimana di questo mese all’insegna dell’attività in ufficio e qualche sporadica uscita sul campo (a fare supporto tecnico agli altri operatori del FEPP), ecco che finalmente un bel martedì mattina comincia ufficialmente la mia esperienza da civilista in Ecuador.

Mi era stato detto ancora prima di partire che sarei dovuto andare in alcune scuole a fare un programma di tutoraggio/rinforzo per i ragazzi dell’ultimo anno (3 BGU) in vista del test d’ingresso per poter entrare all’università. In realtà tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare! Per l’appunto, il primo giorno di scuola mi sono presentato come da accordi presi con il rettore e sono stato subito accompagnato in classe. Lì mi stavano attendendo un nutrito gruppo di studenti con età intorno ai 16-17 anni, la classe del 3° anno di BGU, all’incirca una trentina, equamente suddivisi tra ragazzi e ragazze. Il rettore mi ha presentato agli studenti ed ha concluso questa sua breve parentesi dicendomi, provo a tradurlo: “Bene Norman, questa sarà la tua classe per i prossimi 40 minuti. Buona fortuna”. “Come scusa? Buona fortuna? Ma che significa?” (ovviamente non l’ho detto, però l’ho sicuramente pensato), “ma non doveva essere un programma di tutoraggio?”, “mi sarei aspettato di dover affiancare il professore, anzi, ma dov’è il professore?”. Ecco, questo è stato il mio battesimo del primo giorno di scuola … ma non è stato neanche questo quello che mi ha sconvolto di più di tutto, il bello deve ancora venire! Mi sono sistemato dietro alla cattedra ed ho cominciato a chiedere agli studenti se avessero con loro il libro di chimica (era l’ora di chimica) e se mi sapevano dire dove erano arrivati con il programma finora svolto. Una studentessa mi passa il libro e mi mostra la pagina alla quale erano arrivati: “Capítulo 2: Hidrocarburos de cadena abierta”, al che penso di nuovo: “la scuola non è cominciata da più di due mesi?, com’è possibile che in tutto questo tempo abbiano fatto così poco? Non è che mi staranno prendendo in giro?”. Allora provo a chiederglielo nuovamente, questa volta ad un ragazzo, magari non mi hanno capito bene (il che non è da escludere), ma come nel caso precedente la risposta è stata la medesima. Messo via anche questo fatto, comincio a spiegare la lezione aiutandomi con il libro di testo e scrivendo i concetti base sulla lavagna. Devo dire di essere rimasto abbastanza sorpreso del fatto che spiegare questi argomenti in spagnolo non è così difficile come potrebbe sembrare; sarà per il fatto che scrivere sulla lavagna e poi dire tutto a voce è più facile, sarà perché si utilizzano sempre gli stessi 30-40 vocaboli, sarà per il fatto che conoscevo già questi argomenti (quello che ho studiato alle ITI in questo momento mi sta tornando utile), in definitiva come primo giorno di scuola non è andato poi così male, poteva andare meglio, questo è poco ma sicuro, ma poteva andare decisamente peggio!

Norman Gasperini, SCU presso la sede di Gondwana Riobamba